Una vecchia moneta
Nella sezione Racconti di questo sito, hai per caso già scaricato e letto (gratis come sempre) “Il piccolo tesoro”?
Hai notato la copertina con la moneta?
A quel racconto (brevissimo, davvero minimale) e a quella moneta tengo molto, per due motivi.
Devi sapere che a me piace andare a scuola. Non posso farlo spesso quanto vorrei, ma adoro l’idea di frequentare corsi, seminari, workshop. Anche se alcuni in apparenza sono una perdita di tempo, anche se mi farebbero giusto ripassare le tabelline, perché è proprio l’idea di scuola e di apprendimento che mi affascina. E, fattore per niente secondario, se frequenti un corso su un argomento che ti piace, trovi dei compagni di corso a cui interessa quello stesso argomento, il che è un ottimo punto di partenza per nuove conoscenze e, forse, amicizie.
Così, dall’autunno 2009 alla primavera 2014 ho seguito un corso di scrittura creativa. Lo teneva uno scrittore, giornalista e poeta di nome Claudio Castellani. Di quei quattro anni scolastici mi sono rimasti bei ricordi, molto apprendimento, alcune buone amiche e un bravo insegnante con il quale mi piace rimanere in contatto.
Sui racconti che gli portavo, Claudio me ne ha dette di cotte e di crude, spingendomi così a insistere e lavorarci su, in modo da correggere almeno una parte delle storture che mi aiutava a individuare. Ogni tanto, però, ci scappava anche un complimento e il primo che ricordo riguardava proprio la moneta citata alla fine de “Il piccolo tesoro”. Secondo Claudio, il finale funziona perché mette in scena un elemento sensoriale preciso, ovvero il suono della moneta che cade a terra (anzi, nel caso specifico, il “non-suono”). Insomma, il mio primo caso di Show, Don’t Tell, anche se allora non sapevo cosa fosse. Sono piccole soddisfazioni che aiutano a proseguire.
Il secondo motivo di affetto per quella monetina è che in effetti esiste davvero e l’ho trovata in circostanze quasi del tutto identiche a quelle descritte nel racconto, con tanto di cugina a farmi compagnia. La settimana scorsa ti ho raccontato della mia famiglia d’origine dal lato paterno, che ho descritto in “Il barco di Lucòn”. Invece “Il piccolo tesoro” si svolge in Val Trebbia: casa del ramo materno e, a mio parere, uno dei luoghi più belli del mondo (prova a fare una ricerca su Google Immagini e vedi cosa viene fuori).
Per la copertina del racconto avevo fornito alcune immagini di documentazione a Elena de’ Grimani:
Ci tenevo a mostrarle qualche dettaglio del Trebbia, i sassi delle sue rive, il modo in cui erano costruiti i selciati e le vecchie case sulle colline, l’aspetto delle vecchie monete. Le avevo lasciato una certa libertà di scelta sul soggetto, ma anche lei ha pensato che il punto focale della storia fosse questa famosa moneta del finale e l’ha piazzata al centro della cover.
E non sarei io a doverlo dire, ma il risultato mi sembra superbo.