The Corrs: White Light Tour – Soundtrack 4
In questi ultimi anni mi stanno capitando delle occasioni, dal punto di vista delle mie aspirazioni in fatto di entertainment, che ci tengo a definire imperdibili.
Primavera 2014, tour Hydra dei Within Temptation, che ho visto alla Wembley Arena di Londra.
Autunno 2015: tour Greatest Show on Earth dei Nightwish, visti alla Unipol Arena di Bologna.
Inverno 2016: tour White Light dei Corrs, visti alla O2 Arena di Londra.
Primavera 2016: limited season del musical Sunset Boulevard, starring Glenn Close, che vedrò al Coliseum Theatre di Londra.
Senza contare la nuova produzione di Cats, che ho già visto un paio di volte a Londra e che sarà in Italia questa primavera.
E senza contare Next to Normal, che però merita un post a parte.
Il live dei Corrs, in particolare, mi è sembrato un mezzo miracolo.
Ho scoperto l’esistenza di questa band irlandese (composta da un fratello e tre sorelle, in ordine di età Jim, Sharon, Caroline e Andrea) nel 1998, in occasione della loro partecipazione al Pavarotti and Friends. Avevano cantato «Dreams» per conto loro e «’O surdato ‘nnamurato» insieme a Pavarotti. Andrea Corr aveva anche suonato il flauto per Celine Dion che interpretava «My Heart Will Go On». E già quella volta avevo molto apprezzato la loro esibizione.
Nel 2001, vado a Londra a vedere Cats per la prima volta (l’inizio della fine). Prima di tornare, mi infilo in un negozio di musica all’aeroporto. Ne esco con un CD e un DVD appunto dei Corrs, a casa me li ascolto fino allo sfinimento. Dopo qualche anno e qualche altro CD, inizio a pensare che questi quattro vorrei vederli dal vivo. E lì, la grande delusione: fine dei concerti dei Corrs. Ciascuno dei quattro, a rotazione, mette su famiglia e sforna figli (al momento per un totale di otto), il che impedisce al gruppo di riformarsi. Andrea e Sharon lavorano un po’ per conto proprio, Caroline fa qualche comparsata, ma la famiglia al completo sembra non avere alcuna intenzione di rimettersi al lavoro.
Fino ad ora.
Dopo più di dieci anni dalla loro ultima apparizione dal vivo, decidono di scrivere un nuovo album e di promuoverlo con un tour. Giuro, ormai non credevo che sarebbe mai più successo, li avevo dati per persi. Invece, sabato ero a Londra a vederli per la prima volta (ma spero non l’ultima) in vita mia. Brani vecchi e nuovi, sound collaudato, arena stracolma di gente. Una meraviglia di concerto dall’inizio alla fine – e non ha guastato che i miei pezzi preferiti li abbiano suonati tutti.
Ora, il punto è: perché apprezzo questo gruppo?
Perché ne sento la genuinità. Perché non gliene frega niente del gossip, dei tappeti rossi, della ricerca esasperata di un look, del make-up, dell’apparire a tutti i costi oltre il limite dell’utile e del ragionevole. La musica è la loro passione e il loro mestiere, punto. Suonano strumenti, compongono canzoni, producono album. Il tutto con un occhio di riguardo al passato, alle loro origini, quindi al folk irlandese, e un altro al presente, quindi alle contaminazioni rock e pop che li contraddistinguono. Senza aspirare a chissà quale sperimentazione e senza appiattirsi su altri sound più popolari ma meno autentici.
Secondo punto: la cura del dettaglio e la capacità di studiare modi semplici ma efficaci per colpire il loro spettatore. Che ci vuole a stendere un telo sul quale proiettare la silhoutte di Caroline alla batteria per aprire il concerto e poi aggiungere quattro luci stroboscopiche? Niente. È un’idea di una semplicità disarmante. Eppure funziona.
Genuinità, semplicità, efficacia. Ecco la triade. Se quando scrivo riuscissi a tenere presenti questi stessi principi e a farli trapelare dalle righe, mi sentirei un fenomeno.
P.S. Per puro divertimento, le mie impressioni sul look dei Corrs durante il concerto:
Jim – L’uomo che sa suonare qualunque strumento (se prima non si scioglie dal caldo, facendosi un’ora e mezza sul palco in calzoni e camicia a maniche lunghe – e occhiali da sole al buio, va bè).
Andrea – Dinamica, accattivante, perfetta padronanza della voce ma per carità qualcuno le insegni a scegliere le scarpe…
Sharon – …ecco, ad esempio sua sorella che, mentre suona il violino con la naturalezza con cui respira, riesce anche a dare indicazioni all’addetto al mixer e a suonare una tastiera di passaggio, il tutto su un tacco 12.
Caroline – Ei purtava e’ scarp’ da tennis (e menava come un fabbro).