NaNoWriMo 2016: ai blocchi di partenza
Anche quest’anno ho deciso di partecipare al NaNoWriMo e anzi ho già messo da parte qualche migliaio di battute di riserva, perché ci sono tre o quattro giorni in Novembre in cui so già che non mi sarà possibile buttare giù nemmeno una riga.
Questo può essere considerato barare? Dal mio punto di vista no, perché il NaNoWriMo è principalmente un esercizio di disciplina il cui scopo è incitare a scrivere eliminando i paletti che a volte ci condizionano, come la pigrizia, altre faccende meno stancanti, i piccoli doveri quotidiani. Quando però si tratta di paletti grossi (ore extra di lavoro, imprevisti di salute, doveri familiari improrogabili), non è più questione di disciplina bensì di necessità – e quella la vivo meglio.
Credo che il modo di affrontare il NaNoWriMo sia diverso per ogni partecipante, a seconda di come questa sfida viene intesa. È nella natura stessa del NaNoWriMo una certa elasticità, una naturale capacità di adattamento alle esigenze e ai punti di vista di ciascuno. Per me, il NaNoWriMo è in buona sostanza un antidoto ai sensi di colpa. Quando vivo giornate in cui mi trovo a sbattere con i paletti tradizionali, allora sì deve subentrare la disciplina e fare in modo che quei paletti vengano aggirati o spostati – cosa che, ahimè, a volte non succede nel resto dell’anno perché sono un po’ pigra, un po’ disorganizzata, un po’ facile allo sconforto. Quando invece si tratta di palizzate per loro natura inespugnabili (la necessità di cui sopra), ricorrere a una riserva di battute appositamente predisposte non mi causa alcun conflitto interiore. Ho stabilito che la riserva ammonta a circa 5.000 parole, ossia il 10% dell’obiettivo finale.
Nella scheda di iscrizione al NaNoWriMo ho inserito il romanzo breve a cui sto lavorando insieme a Hilda Midwinter. Il titolo di lavorazione è Fortnight e conto che alla fine sia lungo circa 50.000 parole, che è proprio l’obiettivo della sfida. Solo che, per ottenere un prodotto finale di quella lunghezza, serve una prima stesura che sia almeno di 65.000, da sottoporre in un secondo momento a tagli e revisione. In altri termini, il mio NaNo non è finalizzato a completare Fortnight.
Devo solo produrre 50.000 parole: non necessariamente tutte di Fortnight. La mia idea è che debbano essere parole di narrativa e/o saggistica. Se mi capita di essere in giro con il portatile, di potermi dedicare alla scrittura ma di non avere sottomano il materiale di preparazione di Fortnight (scaletta, trattamento, schede personaggi, ecc), ho altre storie a cui dedicarmi; una è Miracolo, un racconto lungo di genere steampunk che mi appassiona molto, vicino al completamento della prima stesura. L’altra si intitola Old Friends ed è una fan fiction, genere con cui non mi sono mai cimentata prima e che merita un esperimento, anche per ragioni promozionali (maggiori dettagli in un altro post che pubblicherò a metà mese). Non ho in programma di usare le giornate del NaNoWriMo per The Silent Force, il mappazzone fantasy su cui lavoro da anni, perché al momento ci sto lavorando a livello strutturale più che di stesura vera e propria, quindi per un’attività come quella del NaNoWriMo, che si basa sulla produzione forsennata di parole, non sarebbe indicato.
Insomma, si parte dopodomani. Augurami in bocca al lupo, a fine novembre ti saprò dire com’è andata.