La figlia di Bosco Tetro – Fantasy 5
La Figlia di Bosco Tetro è un volume a fumetti in bianco e nero, scritto da Jan Strnad e disegnato da Kevin Nowlan nel 2011. Ne ho in casa una copia da qualche anno (l’edizione italiana è uscita nel 2013 per Comma 22) e l’ho letta più di una volta, senza mai capire fino in fondo cosa mi attira in questa storia dotata di una struttura insolita, esile, in cui il protagonista non intraprende il canonico “viaggio” che ci si aspetta da lui, ma nemmeno una delle sue varianti, fossero pure quelle più nascoste o ambigue.
Ieri, all’ennesima rilettura, credo di essermi rassegnata all’amara verità: La Figlia di Bosco Tetro è la storia di un perdente che resta vittima degli eventi, pur avendo fatto di tutto per seguire il suo cammino. Il protagonista, Tirol, raggiunge un finale amaro perché “l’oggetto di valore” che conquista non è quello a cui ambiva; per certi versi è la cosa più preziosa – e infatti Tirol non la disprezza – tuttavia per lui avrà sempre il retrogusto del premio di consolazione.
Perché una storia del genere mi attira? Forse perché, sorpresa sorpresa, è così che spesso va la nostra vita. La Figlia di Bosco Tetro non ci offre alcun finale consolatorio (quello che spesso chiediamo alla narrativa di intrattenimento) ma ci offre una metafora della realtà, in cui a una guerra sanguinosa fra diverse stirpi corrisponde lo stato di sforzo continuo che il vivere ci richiede. Il senso di identificazione con Tirol è sfuggente ma non per questo meno vincolante.
Bonus aggiunti sono il tratto sottile e malinconico di Kevin Nowlan, la traduzione attenta e ricercata di Francesca Guerra e Silvia Moccheggiani, la selezione di storyboard e matite preparatorie in appendice al volume, e la copertina ben curata, ruvida e robusta al tatto.
Non credo sia il genere di volume che può suscitare entusiasmi viscerali, eppure la sua vena malinconica e il suo tratto delicato sanno toccare il cuore.