Cats – CrossMedia
E così sono andata a vedere la versione cinematografica di Cats.
Come avevo raccontato in questo post, conosco a menadito e amo profondamente la versione teatrale; quindi mi rendo conto di trovarmi in una posizione tutt’altro che imparziale per dare un giudizio, sebbene personalissimo, su questa trasposizione. La nuda verità, comunque, è che la pellicola non mi è piaciuta.
Tutta la parte make-up ed effetti speciali, che ha scatenato critiche feroci in giro per il mondo, secondo me poteva andare peggio: non ho sofferto particolarmente per il modo in cui sono stati realizzati pelo, orecchie e code, anche se in effetti si potevano “caricare” un po’ di più: ci sono primi piani in cui il viso dei performer è davvero troppo scoperto. Più che altro non mi convincono i movimenti delle code (soprattutto all’inizio del Jellicle Ball), e anche salti e capriole mi lasciano delle perplessità (l’ultimo “volo” nel numero di Mister Mistoffelees è talmente in linea retta che manca solo si vedano le funi a cui era agganciato). Troppo disomogenea, secondo me, anche la scelta di mettere scarpe e/o vestiti ad alcuni gatti e ad altri no, in alcuni casi molto evidenti e in altri no; la strizzatina d’occhio all’aspetto antropomorfico la capisco, ma il troppo stroppia.
Soggetto e sceneggiatura: una via di mezzo inconcludente. Hanno voluto aggiungere un po’ di trama, e ne capisco bene il motivo, ma hanno ottenuto un risultato povero. Non si vede in base a che cosa personaggi come Jennyanydots e Bustopher Jones avrebbero potuto pensare di autocandidarsi in modo così smaccato rispetto ad altri per l’ascensione all’Heavyside Layer, e non si vede perché il genio del crimine Macavity dovrebbe essere così idiota da pensare di poter ottenere la suddetta ascensione (che sa bene essere un passaggio spirituale basato sul merito) a suon di rapimenti per eliminare la concorrenza.
Alcune parti umoristiche sono squallide: i gatti che si abbuffano di avanzi nella spazzatura, gli scarafaggi che finiscono mangiati da Jennyanydots… ecco, capiamoci: non è che, solo perché il personaggio è interpretato da una disinibita Rebel Wilson, puoi permetterti di farle fare qualsiasi schifezza. Aggiungo un dettaglio più tecnico: se i personaggi sono a dimensione felina (infatti si muovono in dei set molto grandi, a proporzione umana), perché i topi sono così minuscoli rispetto a loro? Qualcosa non mi torna.
Sezione ballo e coreografie: E per quale ragione il numero di Skimbleshanks deve diventare una coreografia di tip-tap in modo così insistente e inutilmente virtuosistico? Perché non inserire almeno qualcuno dei momenti simbolo della coreografia originale (per esempio il cartwheel di Mungojerrie e Rumpleteazer, oppure l’assolo di Victoria)? A titolo di completezza, segnalo anche la scomparsa di quel po’ di sottotesto erotico che, nella versione teatrale, si insinua in alcuni dei momenti più intensi. Il Jellicle Ball, che dovrebbe essere un momento travolgente, non mi pare abbia dato nulla più degli altri numeri.
Interpreti famosi: okay Jennifer Hudson, Idris Elba e Ian McKellen, che pur nello squallore complessivo riescono a trasmettere qualcosa con i loro personaggi. Taylor Swift, non pervenuta: canta quel che deve cantare e lì è finita (tra l’altro, facendo di Bombalurina un’accolita di Macavity, viene persa tutta la dimensione fraterna con il personaggio di Demeter che invece è quasi sparito, e sul quale si poteva anche giocare nel disperato sforzo di aggiungere spunti alla trama). Judy Dench: fa piacere vederla, ed è poeticamente simbolico che finalmente abbia il suo ruolo in Cats dopo che, decenni fa, aveva dovuto rinunciarvi causa infortunio, ma le qualità vocali non ci sono davvero più, a questo punto sarebbe stato meglio affidare il brano finale a qualcun altro.
Doppiaggio italiano: fra lo “strato ionizzato” e la “scelta di Jellicle”, non so cosa sia peggio.
Cosa si salva? Per me, la colonna sonora (grazie tante), l’inizio con il radunarsi dei gatti, e la scena in cui i Jellicle Cats accolgono l’arrivo di Old Deuteronomy . Insomma i momenti corali che hanno comunicato la dimensione del “branco” e hanno dato spettacolo senza perdersi in maldestri tentativi di adattare al cinema una materia prima davvero difficile da gestire.
P.S. Questo è il VERO Jellicle Ball (se non ti va di guardarlo tutto, almeno gli ultimi cinque minuti), ripreso dalla produzione londinese dell’anno scorso (sì, è una registrazione pirata, non ho idea se rimarrà online a lungo o se sparirà presto). [Avvertenza: molti browser non permettono di vedere in automatico i video di YouTube inseriti nel blog. Per leggere questo post nella sua interezza, devi sbloccarli modificando le impostazioni del tuo browser.]
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CrossMedia è una rubrica che prende in esame le trasposizioni cross-mediali di opere narrative: da libro a film, da fumetto a libro, da film a musical, da fiaba a balletto classico…