Artemisia – Icone 6
Chi ha detto che le icone, per essere tali (cioè per colpire la tua immaginazione e rimanerti appiccicate al cervello), devono risalire all’infanzia o all’adolescenza?
300 – L’alba di un Impero, il film in cui compare Artemisia, è uscito appena tre anni fa (in originale 300 – Rise of an Empire, regia di Noam Munro, 2014). Eppure questo personaggio, interpretato da Eva Green (che per me potrebbe pure interpretare la strega Bacheca e la guarderei lo stesso), mi si è fissato sulla retina e non se ne va più.
È un personaggio sopra le righe, inverosimile, calato in un contesto dove non sarebbe mai potuto esistere, una specie di assurda spruzzata urban fantasy in un contesto a metà fra la storia e la mitologia. Da dove sia venuta fuori questa giovane donna greca, sessualmente disinibita, che da sola ne ha ammazzati più delle tre Guerre Puniche messe insieme, che guida la flotta dei Persiani (popolo notoriamente matriarcale, come no), manipola il loro re come fosse un burattino e si veste con un’armatura tutta spunzoni che non ce l’hanno nemmeno gli Orchi di Warcraft, non si capisce. Eppure, eppure.
Eppure la sua ferocia, il suo desiderio di vendetta, il suo fascino perverso e le sue capacità manipolatorie reggono quasi tutto il film da sole. Ci sono momenti in cui Temistocle sembra esistere solo in funzione di lei, tant’è vero che per liberarsene dovrà chiedere l’aiuto di un’altra donna, la regina di Sparta. Molto intenso lo scontro finale fra Temistocle e Artemisia, nel corso del quale lui si batte al meglio, senza riguardi per un avversaria del sesso opposto. La mia parte razionale sa che a un marcantonio come lui basterebbe una sciabolata a piena potenza per spedire l’altra a rotolare sul ponte della nave, ma la parte avventurosa e trasgressiva preferisce che il duello duri più a lungo possibile, perché pur sapendo che Artemisia non può trionfare, vuole almeno riconoscerle un adeguato onore delle armi.
C’è anche un altro dettaglio: nello sguardo disgustato di Artemisia, nei suoi denti stretti, nelle sue parole sprezzanti, ho visto uno dei personaggi di The Silent Force con tutto il suo carico di frustrazione e collera. Ho proprio pensato “questi mi hanno fregato la protagonista!” Il poster con il volto di Artemisia a denti stretti sotto la pioggia è ancora una delle migliori rappresentazioni che io tenga a mente quando scrivo le scene di quel personaggio.